Sangria: sapore di Spagna

Se siete stati in vacanza in Spagna, ricorderete che vicino all’ingresso di bar e ristoranti si trova spesso una lavagna o una bacheca con indicate le specialità della casa. Tra i classici come la tortilla (frittata) e il jamón (prosciutto), le proposte più popolari sono spesso due: tapas e sangria. Da un lato, i popolari stuzzichini che aprono l’appetito, dall’altro quello che si può considerare la bibita alcolica più bevuta dai ... turisti!
Sì, avete letto bene, la sangria è un prodotto “made in Spain” ma oggi il suo consumo si deve soprattutto alla sete dei milioni di turisti che ogni anno passano le loro vacanze in terra iberica.
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Un po’ di storia
Ma cos’è la sangria? Qual è la ricetta definitiva? Si tratta principalmente di una bevanda composta da vino rosso con zucchero, limone e pesche, oltre ad altri tipi di frutta e spezie, ma non solo.
Dipende dalla zona della Spagna in cui vi troviate e dalla fantasia del barista, potrete trovare mele, albicocche, arance oppure la potete sorseggiare allungata con diversi tipi di liquore… Il nome proviene da sangre (sangue) e pare che siano stati gli inglesi a renderla popolare a metà del secolo XIX.
Insomma, difficile trovare una ricetta universale, ma proprio per questo si presta alle più diverse interpretazioni mantenendo come costante la freschezza e il tocco dolce e alcolico.
Il pieno di frutta
I malpensanti dicono che sia un modo di utilizzare o camuffare un vino di scarsa qualità e in alcuni casi può essere vero. Sicuramente, la sangria fatta con vino di qualità accettabile ci guadagna e per questo raccomandiamo di prepararla e degustarla in casa, comprando voi stessi gli ingredienti.
Prima di tutto, la vera sangria si prepara con vino rosso e non prevede la presenza di altre bevande alcoliche (brandy o cognac...), come aggiungono molti baristi.
Rispetto alla frutta, meglio contare con frutta di stagione e non troppo matura: pensiamo alla pesca, ingrediente fondamentale, a mele e banane e simili, evitando pere e frutta sciroppata.
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Macerazione della frutta
L’equilibrio e la consistenza della sangria si deve al tempo di macerazione della frutta, che non deve essere né troppo corto (la frutta non si inzupperà dell’aroma del vino), né troppo lungo.
Il consiglio è quello di farla riposare in frigo un paio d’ore tra la fine della preparazione e il consumo. Si serve con ghiaccio in una caraffa con un cucchiaio di legno, che serve per mescolare ed evitare che lo zucchero si fermi nel fondo del recipiente.
Mettiamoci all’opera!
Insomma, una buona sangria può contenere un litro di vino rosso, due pesche, due arance, un limone, due banane, tre cucchiai di zucchero, una stecca di cannella, una lattina di bevanda gasata come gazzosa o aranciata o limonata.
Si sbuccia la frutta e la si taglia, lasciando la buccia solo all’arancia, si lascia a macerare nel vino, mentre la bevanda gasata si aggiunge solo alla fine, sempre che desideriate dare un tocco bollicine alla sangria. La troverete fresca e vi toglierà la sete, ma state attenti.
Anche senza l’aggiunta di altri liquori, il vino unito allo zucchero della frutta può giocare brutti scherzi a chi non ne fa un uso controllato e moderato. Siate responsabili e degustatela con lentezza e tranquillità.
Salute! O, come dicono in Spagna, salud!
Vi piace la sangria? Seguendo i nostri consigli potete provare a prepararla in casa!