La cucina dei Trulli

Sono il simbolo architettonico di Alberobello, e una delle (molte) attrattive della Puglia del Centro-Sud: antiche abitazioni in pietra a secco, costruite a partire dal Cinquecento nell’altipiano della Murgia. Patrimonio dell’Unesco e caratterizzate dalla pianta circolare, dal tetto a cono e dai grossi muri a secco in cui si aprono piccole, rare aperture. Monumenti di grande fascino, tant’è che alcuni ristoratori hanno decise di aprire lì dentro i loro ristoranti. Tra tutti, Star ne ha selezionato tre.
All’interno di un vecchio trullo ben ristrutturato, è costruito in pietra calcarea locale ed è composto da diverse sale, molto accoglienti, che possono ospitare in tutto centocinquanta persone. La cucina è pugliese, anzi murgiana: ricette antiche rivisitate che utilizzano ingredienti rigorosamente locali. Il pezzo forte sono gli antipasti, non proprio abbondanti ma saporiti e soprattutto vari, accompagnati da uno dei centocinquanta vini della cantina (altro vanto della casa).
Dalle salette a forma di nicchia, caratteristiche e appartate, si possono ammirare gli angoli caratteristici della costruzione come i focarili (cucina-caminetto), le mangiatoie e i vecchi pozzi per l’acqua. Tra i piatti tipici i carciofi all’aceto, l’insalata di polpo e la sfogliatina di melanzane, mentre per i vini non c’è che l’imbarazzo della scelta tra etichette come l’Aglianico cappellaccio e il Falcone.
E’ un’ex enoteca di vini pugliesi gestita, fino al ’96, da quel Domenico Laera che oggi è il proprietario del ristorante: innamorato della sua terra e il cui obiettivo è stato “trasferire” l’amore per le tradizioni che nella sua famiglia si tramanda di padre in figlio. Nel cuore di Alberobello, il ristorante ha begli interni in cui si vede la struttura conica in pietra, arredati con antichi utensili come aratri, vecchi ferri da stiro a carbone e campanacci.
C’è anche una terrazza con panorama suggestivo sulla chiesa vicina e sui trulli. A tavola, piatti locali rielaborati molto creativamente dal proprietario e dai suoi due assistenti, gli chef Giuseppe De Leonardis e Cosimo Zaccaria. Anche qui, la regola è che vengono utilizzati soltanto i prodotti coltivati nelle terre intorno ad Alberobello, e la stessa regola vale per i vini, realizzati con uve dei vigneti locali (la cantina comprende più di cento etichette). Ottimo e cordiale il servizio a tavola.
Affacciato nella via Monte Nero, la più antica e fascinosa della cittadina (detta anche via dei Trulli), è gestito da Franco e Grazia Colaprico che lo hanno aperto nel 2001: il primo si occupa personalmente della ricerca e selezione dei prodotti che vengono utilizzati in cucina, e si diverte parecchio a raccontare ai clienti la storia e le caratteristiche di ogni singolo ingrediente, e l’appassionante filiera che porta dalla terra alla tavola.
Considerato uno dei ristoranti migliori della zona, la cucina propone ricette classiche come le orecchiette con cime di rapa e le polpette e braciole in umido alla barese, ma anche le creazioni più all’avanguardia dello chef Giacomo Pontrelli. Ottima anche la pizza, questa volta a cura di Grazia che, da buona napoletana, ha impostato la preparazione di questo piatto secondo la tradizione della sua città. Elegante e sobrio, il Pinnacolo mantiene molto del gusto locale, per esempio ha pareti candide e ambienti luminosi in cui è piacevolissimo pranzare, anche se l’ideale è gustare pranzi e cene nella terrazza con vista su mezza cittadina. Un consiglio: limitatevi negli antipasti, che in genere sono quattordici (tra cui melanzane ripiene e formaggi vari), se non volete precludervi la possibilità di gustare il resto.
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